Il Campionato Italiano Assoluto A2 al Palabarton di Perugia è stato un’onda di emozioni contrastanti che ha travolto gli atleti Shentao. In un turbine di speranze, paure e desideri, Simone Maggioni ha dimostrato un coraggio e una determinazione che avrebbero fatto onore a un samurai. Ha attraversato il tatami con la ferma convinzione di poter scrivere il proprio nome nell’albo d’oro del judo italiano. Ma come spesso accade nella vita, il destino ha tracciato un percorso tortuoso, disseminato di ostacoli e sfide.
Il suo cammino nella competizione è stato un susseguirsi di momenti intensi e combattimenti serrati. Partendo con una carica esplosiva, ha vinto il primo incontro con un ippon di sumi gaeshi su Dattolo (A.s.d. Centro Judo), dimostrando fin da subito la sua determinazione. Il secondo incontro è stato un vero spettacolo, con un altro ippon, questa volta di Uchi Mata su Matteotti (Judo Yawara), che ha messo in luce la sua tecnica impeccabile e la sua determinazione. Tuttavia, al terzo incontro trova Errichello (Akyama), il futuro Campione d’Italia. Nonostante un incontro sostenuto e la chiara sensazione di superiorità, un errore fatale lo ha portato alla squalifica, lasciando un amaro retrogusto di delusione, Il suo quarto incontro è stato ancora una dimostrazione di forza e determinazione, con uno spettacolare ippon di Ko Uchi Makikomi su controtecnica di Ura Nage a Zamparelli (Banzai Cortina), ma che gli procurerà l’infortunio al collo, compromettendo le sue prestazioni nel successivo combattimento. Il quinto incontro con Corsale, new entry del judo Bergamo, è stato un’altra prova di resistenza e coraggio. Nonostante il dolore e l’inferiorità fisica, ha lottato con ogni fibra del suo essere, cercando di sfruttare ogni apertura per ottenere la vittoria ottenendo un vantaggio di wazari. È stato un combattimento duro, segnato da momenti di gloria e di sconfitta, ma alla fine nonostante il vantaggio guadagnato ha ceduto al dolore, lasciando spazio alla tristezza e alla delusione.
il Maestro Pierluigi Locatelli, amico e rivale da anni, ma sempre con rispetto e sana competizione tra tecnici, ha fatto eco alle sue gesta, definendolo atleta da judo giapponese.
Anche Mouhametd, appena diventato cintura nera, ha avuto l’opportunità di misurarsi in una categoria di età superiore, estremamente competitiva. Il suo viaggio nella competizione è stato segnato da momenti di incertezza e di crescita. Nonostante abbia mostrato promesse e talento, la sua mancanza di esperienza tattica ha giocato a suo sfavore, portandolo a perdere la concentrazione anche lui nonostante un vantaggio, forse guadagnato troppo presto per reggerne il peso fino alla fine dell’incontro.
Sì, le lacrime possono bruciare come il fuoco e la delusione può stringere il cuore come una morsa, ma è proprio in questi momenti bui che si accende la fiamma della determinazione. È quando siamo alle corde, quando il mondo sembra crollare intorno a noi, che dobbiamo trovare la forza di alzarci e combattere con ancora più ardore. Perché è proprio nelle sconfitte che si celano le lezioni più preziose, le gemme nascoste che ci rendono più forti, più saggi, più umani.
Questo spirito di resilienza e determinazione che ha permeato il loro allenamento e la loro preparazione è un riflesso dell’insegnamento ricevuto dai Maestri Tadashi Koike e Gianni Battaglia. Un’eredità preziosa, tramandata dal Maestro Tadashi Koike al mio Maestro Gianni Battaglia, e poi condivisa con noi atleti della Shentao. È una tradizione antica che ha attraversato il tempo, un faro luminoso che guida i passi dei nostri judoka lungo il loro cammino.
Simone, Mouhametd e tutti gli atleti Shentao possono essere fieri del loro impegno e della loro passione. Perché il vero successo non risiede solo nel raggiungere la vetta del podio, ma nel percorso che ci porta lì. È la lotta quotidiana, la perseveranza, la resilienza che ci trasforma in veri campioni, non solo nel judo, ma nella vita stessa. Che queste esperienze possano essere la fucina che forgia il loro carattere e li prepara per le sfide future, perché ogni caduta è solo un trampolino di lancio per una vittoria ancora più gloriosa.
